PIPE DI STILE INGLESE
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Immaginate Copenaghen
Immaginatela in inverno, sotto la neve, quando è sferzata dai venti polari che scendono dalla Groenlandia e/o dall’Islanda. Immaginatela in primavera, sotto l’influenza dei venti atlantici, forieri di un tempo pazzo, con pioggia e cielo grigio e temperatura di 6 gradi. Immaginatela in estate, quando raggiunge ben 18 ore solari, ma le fasi di tempo buono sono bruscamente interrotte da temporali e piogge. Non sareste anche voi invogliati a restarvene nel vostro laboratorio a lavorare ininterrottamente su un manufatto prezioso di legno cesellandolo, incastonandolo di frammenti plastici disegnati e realizzati da voi stessi, aggiungendovi vere d’argento o di legni nobili, sbozzandone finemente i dettagli con raspa e carta abrasiva, tinteggiandolo con nuance di colori sempre più raffinate? E quindi eccola presentata, la spettacolare classe degli artigiani danesi “freehand”, quella le cui forme libere di pipe sono sempre suggerite dall’osservazione attenta delle venaturedella placca e realizzate liberamente alla mola o alla smerigliatrice a nastro! Sono essi stessi, dopo aver trattato con i segantini la qualità del legno, utilizzando solo radica di prima scelta e stagionata a lungo, a eseguire personalmente ogni fase di lavoro e a decidere l’armonia della forma, la lavorazione della testa e del bocchino, il trattamento della superficie e il prezzo cui vendere il prodigioso risultato. Chiaramente, pipe di questa qualità vantano una resa di fumata eccezionale e un rapporto con il fumatore di lunga durata. Alcuni tra gli artigiani più prestigiosi progettano la forma su carta millimetrata per verificare che le misure siano proporzonate e tali da consentire una dinamica dei fluidi corretta, e che il passaggio del fumo avvenga liberamente senza intoppi e condense, affinché gli aromi del tabacco siano esaltati. Scartano inoltre numerosi abbozzi di radica prima di scegliere quello giusto, perché non ne ammettono nemmeno una piccola inclusione nel legno. La pipa deve essere perfetta, senza “spot” (i diabolici puntini neri), le venature del legno fitte e regolari sul fornello, e parallele sul cannello. Il foro del camino deve essere ben centrato rispetto al corpo ed il bocchino realizzato interamente a mano dalla barra, con il dente giusto: che non scivoli via, che non ingombri, che non abbia spigoli vivi, che non dolga la mascella dopo averlo tenuto a lungo. E il foro interno del cannello e del bocchino devono cambiare progressivamente misura, per distillare gli aromi del tabacco, incanalando il fumo in un’imboccatura che si va via via riducendo con giusta armonia.
by Eva Vannicelli
Uno Speciale ringranziamento a Eva Vannicelli
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